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Cos’è l’Osteoporosi

Cos'è l'osteoporosi?

È una malattia caratterizzata dalla progressiva riduzione della massa ossea e dal deterioramento della sua microarchitettura: questo si traduce in un aumento della fragilità ossea e conseguentemente del rischio di fratture. Senza esami specifici l’osteoporosi difficilmente viene diagnosticata prima dell’evento fratturativo, e il più delle volte non si individuano sintomi che avvertano della sua presenza: solo in pochi casi può esser presente dolore osseo, in particolare alla colonna vertebrale a fine giornata, spesso confuso con dolori artrosici, peraltro molto frequenti nell’età avanzata. Pertanto, la patologia osteoporotica esordisce frequentemente con le fratture da fragilità a seguito di traumi modesti e banali. Le fratture di polso sono più frequenti in età relativamente più giovanile, mentre quelle di vertebre e di femore caratterizzano l’età più avanzata. Le fratture dei corpi vertebrali esitano, se multiple e severe, in un corredo di dolori cronici, con cifosi dorsale, difficoltà a mantenere la posizione eretta e complicanze respiratorie e cardiovascolari. Le fratture di femore presentano poi un alto rischio di gravi complicanze: di solito colpiscono persone più anziane, con un’osteoporosi avanzata, spesso non riconosciuta e non curata. Richiedono il ricovero in ospedale, un intervento chirurgico obbligato e una degenza riabilitativa. Il 20% delle fratture di femore porta al decesso entro un anno dall’evento e l’80% dei pazienti che le ha subite non riacquista la qualità di vita precedente; questo è il motivo per il quale sono considerate evento importante e invalidante nella vita del paziente osteoporotico, al pari delle fratture vertebrali multiple e severe.

Patologia antica o moderna?

Una malattia silenziosa ed insidiosa L’osteoporosi è la principale e più diffusa malattia metabolica dell’osso, conosciuta da tempo immemorabile. Già 5000 anni fa i medici, osservando le ossa dei cadaveri di persone anziane, si accorsero che in certi casi esse erano più leggere e più porose del normale. Il tipico aspetto a spugna della parte interna delle ossa appariva particolarmente rarefatto, presentando ampie lacune. È proprio a questo caratteristico aspetto delle ossa colpite che si deve il nome della malattia. La prima descrizione moderna dell’osteoporosi risale al 1885, anche se i primi veri studi sulla sua natura e sulle sue cause si attestano alla fine degli anni 40; solo di recente però si è affermata una nuova concezione di questa malattia. Infatti, nella pratica medica, fino una ventina di anni fa, l’osteoporosi non era considerata una vera e propria patologia, ma sono la naturale ed inevitabile conseguenza dell’invecchiamento, pertanto senza rimedio. Le fratture di vertebre o di femore degli anziani, soprattutto donne, erano reputate solo una fatalità, un rischio legato all’età avanzata, che sfuggiva ad ogni possibilità di controllo. Oggi si è capito che l’osso, pur andando incontro come gli altri tessuti ed organi del nostro corpo ad un processo di invecchiamento, non necessariamente deve arrivare a quel grave impoverimento della sua struttura, a quella grave perdita di sali di calcio che lo fa diventare “porotico” e tanto fragile. Ma vi è di più: oggi si ha la consapevolezza che l’osteoporosi non dipende solo dall’età. Difatti, anche se nettamente più frequente negli individui anziani, in certe condizioni può comparire a qualsiasi età, anche nei giovani e addirittura nell’infanzia. Pertanto, deve essere studiata, valutata e stimata al pari di qualsiasi altra malattia. L’osteoporosi è, pertanto, una condizione di anormalità dell’osso, esattamente come l’insufficienza cardiaca o la bronchite cronica lo sono del cuore e dei polmoni. Naturalmente l’osteoporosi non arriva mai di colpo, a ciel sereno: al pari dell’ipertensione o dell’ipercolesterolemia l’osteoporosi è una malattia silenziosa che può progredire per diversi anni, finché non avviene una frattura da fragilità.

L’osso, questo sconosciuto…

L’osso è un tessuto vivo con una crescita e ricambio costanti: nei bambini e negli adolescenti c’è uno sbilanciamento a favore della formazione di osso nuovo rispetto al riassorbimento di osso vecchio e il picco di massa scheletrica (massima densità e durezza dell’osso) si raggiunge intorno ai 25 anni. Dopo tale età si assiste a un sostanziale equilibrio tra neoformazione ossea e rimozione di osso vecchio fino all’età della menopausa per le donne, e ai 70 anni per gli uomini, quando comincia a prevalere il riassorbimento osseo. Oltre a questi meccanismi fisiologici, la produzione di nuovo osso può essere stimolata dallo svolgimento di attività fisica che sottopone a carico meccanico le ossa: ideali in questo senso le passeggiate, la bicicletta, l’aquagym, la pesistica, mentre il nuoto e la ginnastica dolce servono per la tonicità muscolare e l’elasticità articolare ma non per prevenire e migliorare la mineralizzazione ossea. Fondamentale per la prevenzione dell’osteoporosi diventa il raggiungimento di un adeguato picco di massa ossea e l’ adozione di uno stile di vita in grado di inibire la perdita ossea post-menopausa e senile. Acquisire consapevolezza che il nostro scheletro è un tessuto vitale sensibile a ciò che mangiamo, a come ci muoviamo e a come preserviamo il nostro corpo dalle tossine ed inquinanti ambientali è fondamentale per garantirci una longevità attiva.

L'osteoporosi in cifre:

    • Rischio di fratture da osteoporosi durante la vita di una donna nel mondo 30-40%
    • Rischio di fratture da osteoporosi durante la vita di un uomo nel mondo 13%
    • Aumento atteso del numero di fratture di femore in tutto il mondo dal 1990 al 2050 da 1,7 milioni a 6,3 milioni
    • Qualcuno nell’Unione Europea ha una frattura come conseguenza dell’osteoporosi Ogni 30 secondi
    • Le fratture vertebrali da osteoporosi che vengono diagnosticate sono 1 su 2
    • I pazienti con fratture vertebrali o femorali da osteoporosi che muoiono ogni anno in Europa, in totale circa 150.000 1 su 5
    • La frequenza attuale delle fratture di femore che avvengono in Asia e in America Latina, rispetto al totale mondiale. Diventerà 1 su 2 entro il 2050 1 su 4
    • Il continente con la più drammatica previsione di aumento di fratture di femore nei prossimi decenni: Asia
    • La quota di rimborso dell’esame mineralometrico nel mondo: Da 0% a 100%
    • L’apporto quotidiano di calcio raccomandato per mantenere sane le ossa: 800-1500 mg/die
    • Il costo annuale diretto per trattare 2,3 milioni di fratture da osteoporosi in Europa e negli Stati Uniti: 27 miliardi di dollari (25 miliardi di euro)
    • Il costo annuale a carico dei contribuenti delle cure ospedaliere per il trattamento delle fratture da osteoporosi nell’Unione Europea: 3,5 miliardi di euro
    • Il costo umano, sociale e psicologico dell’osteoporosi: Senza prezzo
    • Il rischio di una frattura di femore è maggiore della somma dei rischi di tumore al seno, dell’utero e delle ovaie per le donne
    • Il rischio di una frattura di femore è maggiore del rischio di tumore della prostata per gli uomini

Nonostante questo l’osteoporosi è ancora oggi una malattia ampiamente sottovalutata.

Consigli utili nella prevenzione:
  • attività fisica che sottoponga a carico le ossa per almeno 30 minuti al giorno: passeggiate, ballo, bicicletta, aquagym, sci di fondo, pesistica, pattinaggio
  • non fumare
    limitare sale, alcolici, caffè in quanto aumentano la perdita urinaria di calcio
  • esporre la pelle alla luce solare per almeno 30 minuti al giorno
Cibi amici dell’osso:

verdura

semi oleaginosi

alghe

cereali

legumi

spezie

acque minerali

frutta fresca

frutta disidratata

 

latti vegetali fortificati

prodotti latteo-caseari ad alto tenore di calcio

acque minerali

Perché mi occupo di osteoporosi?

Perchè rappresenta una malattia di rilevanza sociale. Nell’anno 2000 in tutto il mondo l’osteoporosi ha causato 9 milioni di fratture, di cui la gran parte a carico di femore, polso e vertebre. Si stima che oggi in Italia vi siano circa 3 milioni e mezzo di donne e 1 milione di uomini affetti da osteoporosi. La sua incidenza aumenta con l’età, sino ad interessare la quasi totalità della popolazione oltre l’ottava decade di vita: i mutamenti demografici ai quali stiamo assistendo nel mondo occidentale, ovvero il progressivo invecchiamento della popolazione, esercitano grandi ripercussioni dal punto di vista epidemiologico e socio sanitario. Nei prossimi vent’anni la percentuale della popolazione italiana al di sopra dei 65 anni d’età aumenterà del 25%: ci dovremo attendere, di conseguenza, un proporzionale incremento dell’incidenza di osteoporosi. In questo contesto la patologia osteoporotica rappresenta attualmente uno dei maggiori obiettivi per la salute dell’Unione Europea, e costituisce uno degli aspetti sanitari più preoccupanti, in ragione sia dell’elevato numero di fratture che si verificheranno nei prossimi anni (circa il 40% delle donne in menopausa andrà incontro nella restante parte della vita ad almeno una frattura), che dell’elevato onere economico che richiederà la gestione del paziente osteoporotico fratturato: trattamento medico-chirurgico, riabilitazione e supporto assistenziale della disabilità permanente. L’impatto derivante dalle fratture osteoporotiche è davvero cospicuo e sottostimato: la loro incidenza globale annuale è più elevata di quella cumulativa dell’infarto del miocardio, dell’ictus e del cancro della mammella. Solo una donna su due affetta da osteoporosi sa di esserlo. La stessa mancanza di consapevolezza su questa patologia riguarda un uomo su cinque. Per prevenire il costo sociale di questa malattia notevole contributo sarà dato dalla messa a punto di attività di promozione alla salute basate sull’evidenza clinica e di gestione del livello di accessibilità ad esami diagnostici appropriati e a terapie specifiche, il cui uso si è dimostrato utile a ridurre il numero di fratture e i conseguenti livelli di disabilità e di dipendenza fisica.

Si può ipotizzare in un soggetto la presenza di osteoporosi?

Esistono molteplici fattori di rischio per l’osteoporosi e per le fratture: 

  • Sesso femminile 
  • Menopausa precoce (prima dei 45 anni) 
  • Periodi prolungati di assenza di mestruazioni 
  • Scarso introito di calcio con la dieta •
  • Magrezza (peso) •
  • Alcune malattie endocrine della tiroide, delle paratiroidi e dei surreni •
  • Pregressa frattura osteoporotica 
  • Malassorbimento intestinale o malnutrizione 
  • Trapianti d’organo 
  • Uso prolungato di cortisonici o altri farmaci che influenzano negativamente il metabolismo osseo 
  • Fumo di sigarette o eccessivo consumo d’alcool
  • Familiarità per fratture osteoporotiche
  • Uso di sonniferi (aumenta il rischio di cadere)
  • Disturbi dell’alimentazione (anoressia)


La presenza in un singolo paziente di uno o più fattori di rischio può aumentare la probabilità che sia affetto da osteoporosi, ma non è comunque sufficiente a stabilire se abbia o meno uno scheletro più fragile della norma. L’unico mezzo per farlo è misurare effettivamente il contenuto minerale dello scheletro.

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Osteoporosi

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Dott. Alessandro Parma

Tutti gli articoli sono stati scritti direttamente dal dott. Parma, o sotto la supervisione

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